GIULA

Giula è il nome con cui firmavo le mie opere da bambina e mi piace farmi chiamare così anche adesso che ho allargato i miei orizzonti in fatto di supporti su cui dipingere.
Che fossero colori ad olio, a tempera, ad acquerello, acrilici, non mi è mai importato davvero: la pittura è – da che ne ho memoria – il mio modo di comunicare a me e agli altri emozioni e sentimenti, di stare al mondo.
Questo è stato il mio mondo fino alle superiori.
Il primo tatuaggio che ho fatto realizzare sul mio corpo mi ha aperto gli occhi sulla possibilità che la pelle potesse essere una base ideale per la mia arte, ma l’emofobia può essere un ostacolo non da poco se si tratta di maneggiare aghi e bucare la pelle.
Per mia grande fortuna sono abituata a percepire i segnali che la vita mi manda come un motivo di competizione in cui il fallimento semplicemente non è contemplato.
Quindi, grazie anche all’incoraggiamento della mia famiglia, eccomi a frequentare il corso formazione e a fare pratica presso alcuni studi siciliani.
In quel periodo ho capito che il tatuaggio mi stava aiutando a superare un limite e a farmi sentire un’artista completa, però per me non era abbastanza.

La mia maturazione vera e propria è coincisa col mio ingresso da Stylish nel 2017: Steven è stato il mio mentore e, grazie a tutto il team ma a lui in particolar modo, mi sono messa in gioco per perfezionarmi in generi differenti e trovarne alcuni che sentissi più miei.
Così a poco a poco mi sono appassionata soprattutto nell’esecuzione di progetti in stile mandala, dotliner e geometrico, mostrandomi comunque sempre aperta verso tutti i generi.
Per me il disegno del mandala è qualcosa di spirituale: meditativo, rilassante, naturale nell’esecuzione; e il progetto risulta libero da schemi interpretativi e da giudizio.
Tatuare è un inno alla libertà.